Nella giornata del 1° maggio 2025 è accaduto un evento storico, mai registrato prima nel mercato elettrico italiano: il PUN (Prezzo Unico Nazionale) ha registrato prezzi pari o vicini allo zero per sei ore consecutive (dalle 11:00 alle 17:00) in tutto il Paese isole comprese, per poi risalire dopo le 18:00, come visibile nel grafico sottostante.
Fig.1 : Variazione oraria del PUN in €/MWh per la giornata del 01/05/2025
Prezzi dell’elettricità nulli sono comuni da anni in alcune aree d’Europa, ma il fenomeno non aveva ancora interessato l’Italia. Si tratta di un fenomeno che da un lato può ridurre la spesa in bolletta per i consumatori, dall’altro compromette i ricavi dei produttori, soprattutto per gli impianti non incentivati che non hanno stipulato contratti di tipo PPA. Se il fenomeno diventasse ricorrente potrebbe scoraggiare gli investimenti futuri in fonti non programmabili, per questo è importante intraprendere delle azioni di tutela a favore dei produttori.
L’aspetto positivo che bisogna sottolineare è che ciò che è successo il 1° maggio è la dimostrazione pratica che l’energia solare ha il potenziale di abbattere la spesa energetica, bisogna solo renderlo sicuro dal punto di vista elettrico e per gli investitori.
Nella giornata è stato registrato un Fabbisogno energetico a livello nazionale nettamente al di sotto della media nazionale, dovuto alla concomitanza di due fattori:
Al basso fabbisogno si sono aggiunte condizioni metereologiche particolarmente favorevoli, con una giornata limpida e serena su tutto il territorio nazionale con temperature moderate: le condizioni migliori possibili per massimizzare la producibilità degli impianti fotovoltaici.
La domanda elettrica bassa, unitamente alla contemporanea offerta abbondante da fonti rinnovabili hanno portato a questo risultato.
Fig. 2: Curva di irraggiamento in W/m2 per la giornata del 01/05/2025
Abbiamo assistito allo spegnimento di diversi impianti fotovoltaici connessi in MT di potenza superiore ai 100kW, tutti con lo stesso orario di spegnimento e tutti presentavano mancanza di tensione AC.
In fase di verifica sono state riscontrate le protezioni di interfaccia in “TRIP”, ovvero quello stato in cui per un evento rilevato viene inviato un comando di distacco al DDI (Dispositivo Di Interfaccia). Nel pomeriggio la quasi totalità degli impianti si sono correttamente riattivati in autonomia.
Quanto accaduto è riconducibile all’attuazione del Piano Sicurezza RIGEDI, il quale nasce per garantire la sicurezza del sistema elettrico nazionale ed evitare che le criticità causate dalla Generazione Distribuita (GD) possano intaccare il regolare funzionamento del Sistema Elettrico Nazionale (SEN).
Le criticità della GD derivano dalla consistente produzione rinnovabile non programmabile nel panorama energetico attuale, la quale riduce la capacità di regolazione del SEN, il quale risulta esposto a maggiore vulnerabilità. Ne consegue la necessità di poter limitare la GD in particolare condizioni di funzionamento emergenziali caratterizzate da elevato irraggiamento e consumi ridotti (come accaduto nella giornata del 1° maggio), che è proprio ciò che è stato previsto con l’attuazione del Piano di Sicurezza RIGEDI. La procedura è disciplinata dalla delibera AEEGSI 344/2012/E/eel del 02/08/2012, che approva l’Allegato A72 del Codice di Rete di Terna, e si applica agli impianti di generazione che presentano contemporaneamente queste caratteristiche:
In sintesi, sono due i fattori che hanno colpito i produttori:
In questo contesto si colloca la delibera Arera 128/2025, entrata in vigore dal 1° aprile, che ha esteso a tutte le fonti rinnovabili non programmabili il diritto alla remunerazione per la mancata produzione dovuta a esigenze di rete (misura finora riconosciuta solo all’eolico).
Si noti che ad oggi per tutte le fonti diverse dall’eolico, per il quale esiste l’applicativo MPE (Mancata Produzione Eolico) sul portale GSE, non esiste ancora un portale per richiedere il rimborso per mancata produzione. Sarà una delle novità introdotte nella nuova Delibera.
Si tratta di una misura di tutela fondamentale in uno scenario in cui questi eventi potrebbero diventare sempre più frequenti, soprattutto fin quando gli accumuli non saranno sviluppati ed integrati su larga scala nel SEN, direzione su cui è importante spingere. I sistemi di storage permetteranno infatti di spostare la disponibilità di energia dalle ore di picco alle ore in cui c’è più richiesta, limitando i sovraccarichi e rendendo il PUN più stabile e meno soggetto ad oscillazioni.